16 maggio 2023
Di seguito l'intervista al Ministro Locatelli pubblicata il 16 maggio 2023 sul Corriere della Sera.
Disabili, soldi a chi assume e meno burocrazia.
II modello Italia all’Onu. La ministra Alessandra Locatelli illustra i provvedimenti recenti. Impegno anche su protocolli ad hoc per l'assistenza negli ospedali. II prossimo mese la partecipazione all'Assemblea delle Nazioni Unite
di Virginia Piccolillo
Sette milioni di euro per sostenere gli Enti del Terzo settore che assumono giovani con disabilità. Stop alla burocrazia per valutazioni e prescrizioni sanitarie. Un fondo da 10 milioni di euro per le periferie inclusive. Nuove regole per rendere accessibili i servizi nelle pubbliche amministrazioni e le postazioni di lavoro per i dipendenti con disabilità. A breve altri quattro decreti attuativi per la legge delega che rinnoveranno lo sguardo sul mondo della disabilità. È soddisfatta Alessandra Locatelli, ministro leghista della Disabilità per la seconda volta (la prima, nel breve Conte I, «è stata un allenamento», dice sorridendo).
Perché è così ottimista in un panorama poco incline ad aiutare le persone fragili?
«Il panorama sta cambiando e sono dell'idea che le persone non vadano semplicemente aiutate ma valorizzate, perché ogni persona ha un talento e delle competenze sulle quali investire e diventa una risorsa per la comunità e per il nostro Paese. Per questo sono soddisfatta e sono convinta che possiamo lavorare per fare ancora di più».
Cosa prevede l'attuazione della legge Delega in materia di disabilità?
«Si tratta di 5 decreti attuativi. Il primo, approvato nella seduta del Consiglio dei Ministri del primo maggio, prevede la riqualificazione delle pubbliche amministrazioni per garantire ai cittadini l'accessibilità fisica agli spazi e a tutti i servizi degli enti. Questo provvedimento riguarda anche i lavoratori con disabilità che devono poter usufruire di spazi, tecnologie digitali e svolgere il proprio lavoro in autonomia. Gli altri decreti riguardano l'istituzione del Garante nazionale per le persone con disabilità, del Tavolo per l'individuazione dei livelli delle prestazioni sociali, la riforma dell'accertamento della condizione di invalidità civile e la valutazione multidimensionale per il progetto di vita delle persone con disabilità. Dovranno essere emanati entro la primavera del 2024».
E i sette milioni di euro a cosa sono destinati?
«Verrà istituito un fondo per garantire un contributo in favore degli Enti del Terzo settore che favoriscono l'inserimento lavorativo, a tempo indeterminato, di giovani con disabilita fino i 35 anni. Il fondo verrà presto integrato con altre risorse e potrà essere rifinanziato se avrà il successo che mi auguro».
Quali altri incentivi prevedeva il decreto del primo maggio?
«Un provvedimento importante sostiene e incentiva l'intermediazione e l'accompagnamento all'inserimento lavorativo. In attesa di poter riformare la Legge 68/99, ho deciso di incentivare economicamente gli Enti del Terzo settore che soprattutto in questi anni difficili hanno saputo dare occasioni e creare posti di lavoro e meritano di essere valorizzati».
Cosa farete contro i troppi ostacoli burocratici?
«Un primo aiuto è arrivato. Nel disegno di legge delega per la semplificazione dei procedimenti amministrativi abbiamo introdotto misure importanti e concrete per la vita delle persone più fragili e delle loro famiglie. Grazie a questo provvedimento abbiamo inserito importanti possibilità di semplificazione. In particolare, le persone con patologie croniche e invalidanti avranno la possibilità di usufruire di prescrizioni con ripetibilità illimitata per farmaci, cicli terapeutici e presidi. Inoltre, sarà possibile accedere alle diverse prestazioni utilizzando la stessa documentazione, evitando lungaggini e burocrazie sovrapposte. Ma nei decreti attuativi ci sarà molto altro. La vita delle persone con disabilità e quella delle loro famiglie è complessa e ritengo sia necessario fare di tutto per sostenerle e aiutarle in modo che visite mediche, richieste di ausili e prescrizioni di vario tipo non continuino ad essere un peso enorme. Come purtroppo fino ad oggi è stato».
Tra i decreti attuativi ha citato la riforma dell'accertamento della condizione di invalidità. Cosa cambierà?
«Fino ad oggi l'accertamento della condizione di invalidità civile si è basato sulla determinazione della capacità residua di una persona di poter lavorare, tramite l'utilizzo di tabelle e percentuali. Con la riforma introdurremo una valutazione più equa, basata anche sulle funzionalità stesse della persona e sulle sue capacità. Sarà davvero rivoluzionario per il sistema che da molti anni funziona allo stesso modo, ma si tratta di un rinnovamento necessario e che si deve legare all'altro passaggio al quale tengo moltissimo e che rivoluzionerà davvero il punto di vista sulla disabilità: il progetto di vita. Con il progetto di vita intendiamo descrivere un percorso di presa in carico e accompagnamento della persona, unendo servizi e attività a carattere sanitario, sociosanitario e sociale. Questa è la chiave di volta per il futuro, che discende direttamente dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e che consentirà davvero di poter garantire una vita più dignitosa a tutti. Il percorso richiede ancora molti sforzi, ma ce la metterò tutta».
Lei ha sempre lavorato nel mondo delle disabilità.
«Conoscere questi mondi e le sue problematiche ovviamente mi è di aiuto. Conosco ad esempio la fatica delle persone disabili alle prese con i ricoveri, le cure e i controlli ospedalieri: per questo stiamo cercando di diffondere i protocolli "Dama" in tutto il territorio attraverso linee guida condivise con il Ministero della Salute. Ne ho già parlato con il Ministro Schillaci e porteremo questo modello di azione anche alla Conferenza mondiale dell'Onu sulla disabilità che si terrà il mese prossimo a New York. Sono convinta che l'Italia abbia tanto su cui lavorare, per migliorare le nonne e i servizi, ma sono anche convinta che abbiamo ottimi progetti, un Terzo Settore molto qualificato e una grande capacità umana di cooperazione che ci contraddistinguono da tanti altri Paesi».